KARATE
“Metti il Karate nella tua vita quotidiana, così vedrai la vera bellezza”.
Gichin Funakoshi.
“Metti il Karate nella tua vita quotidiana, così vedrai la vera bellezza”.
Gichin Funakoshi.
Il karate è una delle arti marziali più classiche e conosciute.
Oggigiorno esiste come arte marziale atta alla difesa personale, percorso di disciplina interiore, e infine come sport da competizione.
Scopriamo qualcosa di più sulle sue origini e sui suoi benefici
Il karate fu reso famoso dai film di Bruce Lee, e presto la sua pratica si diffuse in tutto il mondo. Se praticato seriamente in tal senso, è senz’altro un’ottima disciplina di autodifesa, in grado di dare strumenti pratici ed efficaci a uomini, donne e bambini che sentono il bisogno di sapersi difendere.
Un altro aspetto fondamentale di questa arte marziale giapponese sono i kata, sequenze di mosse, sia offensive che difensive, che rappresentano un combattimento standard idealizzato.
La pratica dei kata si basa sulla ricerca della perfezione, la ricchezza dell’espressione, la cura minuziosa del dettaglio, in cui la giusta velocità e dose di forza dimostrano lo spirito di autocontrollo del praticante.
Il karate è diviso in due specialità :
Kata significa letteralmente “forma” o “stampo”. Si tratta di sequenze composte da gesti formalizzati e codificati che simulano un combattimento contro avversari immaginari.
Il karate tradizionale prevede circa una quarantina di kata originali ai quali vengono ad aggiungersi delle varianti secondo gli stili. La maggior parte di questi comporta una quantità di movimenti (tecniche) compresa tra i venti e i sessanta; si tratta di tecniche di attacco e parata sia con arti superiori che inferiori.
L’importanza del kata si comprende facilmente se si riflette sul fatto che nel corso dei secoli è stato il veicolo di trasmissione e comunicazione delle tecniche di combattimento elaborate.
Il kumite è il “combattimento “, incontro fra due avversari utilizzando tecniche di braccia, gambe, gomiti e ginocchia.
Il karate è fra le attività sportive che richiedono maggior dispendio energetico.
Al pari di altre arti marziali è uno sport completo, infatti tutti i muscoli e le articolazioni del corpo vengono coinvolti durante l’esecuzione delle tecniche.
Kata e kumite prevedono diversi tipi di lavoro muscolare:
Per questo motivo, a seconda che si pratichi l’uno o l’altro, la metodologia d’allenamento sarà diversa.
È importante che tutti i muscoli del corpo siano adeguatamente preparati prima di incominciare la parte tecnica specifica: gambe, braccia, addominali e dorsali devono essere tenuti in continuo esercizio.
Altrettanto importante è la mobilità articolare, soprattutto per le articolazioni scapolo omerali e coxo femorali che condizionano l’ampiezza di tutti i movimenti.
Non esiste una metodologia di allenamento universale, gli esercizi dovranno essere adattati alle condizioni fisiche, agli obiettivi e all’età degli atleti.
Per quanto riguarda i bambini si privilegia l’aspetto ludico, proponendo esercizi con funzione propedeutica alle tecniche vere e proprie. Per gli agonisti il lavoro sarà finalizzato invece al potenziamento fisico (resistenza, forza rapida, velocità e mobilità articolare) e al miglioramento tecnico e tattico.
Infine gli amatori lavoreranno prevalentemente sulla tecnica pur senza dimenticare il potenziamento fisico che chiaramente dovrà essere idoneo alle condizioni fisiche dei singoli.
Nel karate sportivo è prevista l’attività agonistica nelle due specialità , kata e kumite.
Nelle gare di kata gli atleti si misurano nell’esecuzione delle forme e vengono valutati in base all’espressività , la potenza, la chiusura e il ritmo delle tecniche. A ogni atleta viene assegnato un punteggio, il vincitore è colui che ottiene il punteggio più alto, cioè colui che meglio “interpreta” il kata.
Nel kumite invece lo scontro fra gli avversari è diretto, si procede in base ad un tabellone ad eliminazione diretta a sorteggio e con ripescaggi.
La durata di un combattimento varia da un minuto e venti secondi a tre minuti effettivi a seconda della categoria (a cui si aggiungono eventuali tempi di recupero).
Le azioni dei combattimenti sono finalizzate a fare punti; si fanno punti portando tecniche valide su bersagli validi. Sono tecniche valide quelle di pugno, calcio (circolare, frontale o laterale) e proiezione, mentre i bersagli validi sono testa, viso, collo, nuca, petto, addome, fianchi, e schiena. A seconda del bersaglio colpito e della tecnica utilizzata possono essere assegnati 1, 2 o 3 punti. Sono previste ammonizioni per tecniche e comportamenti proibiti o per contatti eccessivi.
L’età per svolgere attività agonistica va dai 13 ai 35 anni. Esistono diverse categorie in base all’età , al peso (per il kumite) e al grado di cintura.
Per praticare il karate si usa il karate-gi.
Il karate-gi (conosciuto anche impropriamente col nome kimono), è composto da pantaloni lunghi e casacca, solitamente bianchi ma occasionalmente neri.
La casacca si chiude con una cintura colorata in vita; il colore della cintura indica il grado e il livello di preparazione dell’atleta . Si parte con la cintura bianca per poi passare alla gialla, arancione, verde, blu, marrone e nera. Vi sono poi sette gradi di cintura nera (dan). Solitamente il passaggio da una cintura alla successiva è subordinato al superamento di un esame di idoneità , durante il quale si deve dar prova delle conoscenze e delle abilità apprese; eccezionalmente la cintura di grado superiore può essere acquisita anche per meriti sportivi.